Le prime notizie riferite a quest'Oratorio sono riportate in un manoscritto del 1812. redatto dall'allora Arciprete Don Agostino Castelli, parroco di S. Albano dal 1783.
Dedicato a San Felice Papa e Martire, l’oratorio fu lasciato nell'incuria e nell'abbandono per molti anni e divenne diroccato. Fu Monsignor Maggi, Vicario di Diocesi, che in una visita pastorale del 1881, no ordinò il restauro da compiersi entro un anno. Trattandosi però di oratorio privato, non fu possibile ripristinarlo al culto.
Agli inizi del 1900, l'edificio era adibito a fienile. Rifatto quasi ex novo, per iniziativa del parroco Don Giacinto Pugni, con il contributo dei frazionisti del luogo e in particolar modo della signora Angela Marenzi, fu riaperto al culto nel 1924 e dedicato alla beata Vergine di Caravaggio. All'interno, una targa evocativa riporta testualmente scritto.
“Costruito come fienile dagli antichi proprietari terrieri di Calghera, signori Marenzi, fu poi ripristinato nel 1628 dalla signora Angela Balma Marenzi che ne cambiò l'uso, facendone un oratorio. Consacrato nello stesso anno e dedicato alla Madonna di Caravaggio, ebbe la possibilità di essere sempre officiato per la gentilezza del Parroci delle parrocchie vicine: Valverde, Torre degli Alberi e Sant'Albano alla cui parrocchia l'oratorio appartiene.
Nel 1965, la nipote della signora Marenzi, Carla Morassi, fece dono alla popolazione di Calghera del suo oratorio affinché tutti ne avessero cura e in futuro impedissero a chiunque di cambiarne l’uso. Fu proprio in questo periodo che il parroco di Sant’Albano, Mons. Davide Monteverdi, lo ripristinò per la seconda volta, abbellendolo e dandogli l'aspetto attuale.
Sul frontale dell’oratorio appare la scritta: Saluta chi dal cielo benedice"
Al suo interno è da evidenziare
- nel presbiterio un dipinto su tela datato 1922, autore anonimo, raffigura l'apparizione della Madonna di Caravaggio a una popolana. L'opera raffigura la Vergine in un contesto sublimale tipico della sua tradizione iconografica.
- in una nicchia posta sopra l'architrave della parete presbiteriale, un busto marmoreo di metà secolo XX, autore anonimo, raffigura Beatrice Marenzi Morassi, figlia della benefattrice Angela Balma Marenzi. La scultura, di ottima scuola artistica, realizzata in forme di essenziale naturalismo, ritrae la giovane donna con lo sguardo fisso in avanti e i capelli gonfi raccolti dietro la nuca
Oggi nell'oratorio si celebrano funzioni religiose per il suffragio dei defunti e nella ricorrenza della Beata Vergine di Caravaggio.